domenica 18 febbraio 2018

Prima di andare via

Aprii questo blog una sera di gennaio, otto anni fa.
Ne avevo un altro, da sei anni,  ma dovevo allontanarmene.
Ho cambiato piattaforma, stile, immagine.
Solo il mio modo di scrivere è rimasto lo stesso, infatti chi mi seguiva (con affetto) altrove,
mi trovò dopo poco tempo.
All’inizio scrissi tanto, pubblicai i miei “esercizi di stile”, i racconti a puntate, le recensioni sui film e sui prodotti che acquistavo.
Le mie rubriche piacquero e i lettori si affezionarono a me, il Principe, Barbie capoufficio e la stagista.
Ho condiviso gioie, momenti di tristezza, scazzi planetari.
Ho raccontato vacanze, avventure e gli aneddoti più divertenti vissuti in quegli anni.
I bloggers, abitanti del condominio, che ho sempre amato chiamare “Amici del Reame” sono diventati veramente Amici.
Ultimamente sono cambiate tante cose ma quella più importante, che riguarda il blog, è che
ho perso la voglia di scrivere.

Questa, che è stata la mia casetta, il rifugio, un angolo di mondo da cui raccontare un po’ della mia vita, è diventata stretta, quasi sconosciuta.
Ho visto una marea di film e serie tv, letto libri interessanti, scoperto cose, provato nuove discipline, ma non so più come parlarne.
Ho avuto periodi di diserzione, dove non avevo contenuti interessanti da mostrare, e i lettori si sono dimezzati, probabilmente le cose che racconto non interessano più. 
Non è una tragedia.
È importante rendersi conto in tempo quando è meglio congedarsi.
Lo faccio adesso, dopo averci pensato tanto.
Vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo, per essere passati ogni tanto a salutarmi, a vedere se c’ero ancora.
Vi ringrazio per le cose che mi avete insegnato, quelle che abbiamo condiviso.
Vi leggerò.
Probabilmente ci ritroveremo ancora, magari altrove

Arrivederci a tutti
Queen*

martedì 9 gennaio 2018

[that's cinematic!] Visti per voi

Il primo film dell'anno è stato Wonder
Tratto dall'omonimo romanzo, interpretato magnificamente dal piccolo Jacob Tremblay
Mi e piaciuto particolarmente il personaggio della sorella
BELLISSIMO****
Tratto da una storia vera. Emma Stone e Steve Carell bravissimi.
MOLTO BELLO****

Due giorni fa siamo riusciti a vedere l'episodio VIII della saga
Mi ha commosso, divertito, tenuto incollata alla sedie per due ore e mezza
Nonostante i pareri discordanti a me è piaciuto tanto. 
Ogni volta che appariva la principessa Leia (ops, il Generale Organa) mi si stringeva il cuore.
Padron Luke ha spaccato!
CONSIGLIATO****

L'ho visto oggi.
Non sono sicura di come mi ha lasciato
Inizia con un omaggio ad Alfred Hitchcock, prosegue con uno a Dario Argento, e per tutta la durata della pellicola ricorda la visione di Sorrentino ne La grande bellezza. Fonde sensualità, magia, sacro e profano  e l'indagine di un delitto diventa il pretesto per la protagonista per fare luce in se stessa e rimuovere un trauma infantile. Sullo sfondo una Napoli onirica, misteriosa, bellissima. La sceneggiatura non solidissima, è retta unicamente dall'interpretazione della protagonista, Giovanna Mezzogiorno.
Finale aperto o almeno spiazzante.
Bello ma sembra incompiuto.

lunedì 1 gennaio 2018

Buon anno nuovo

“Spero che in questo nuovo anno voi facciate errori. Perché se state facendo errori, allora state facendo cose nuove, provando cose nuove, imparando, vivendo, spingendo voi stessi, cambiando voi stessi, cambiando il mondo. State facendo cose che non avete mai fatto prima e, ancora più importante, state Facendo Qualcosa. Questo è il mio augurio per voi e per tutti noi ed il mio augurio per me stesso. Fate Nuovi Errori. Fate gloriosi, stupefacenti errori. Fate errori che nessuno ha fatto prima. Non congelatevi, non fermatevi, non preoccupatevi che non sia “abbastanza buono” o che non sia perfetto, qualunque cosa sia: arte o amore o lavoro o famiglia o vita. Qualunque cosa abbiate paura di farla, Fatela. Fate i vostri errori, il prossimo anno e per sempre.”
Neil Gaiman

venerdì 29 dicembre 2017

L’anno che sta finendo




Finisce un altro anno. 
Per molti è una liberazione.
Il 2017 non è stato particolarmente esaltante: la giusta quantità di tragedie, clima politico surreale, cronaca agghiacciante, declino sociologico e morale. 
Ricordo anni migliori. 
Ma tra due giorni tutto questo finirà.
Esiste da sempre questa assurda idea/insana speranza che tutto possa cambiare da un giorno all’altro.  
Io ne sono un’indomita sostenitrice. 
Si  fanno bilanci, si stilano elenchi di buoni propositi e tra 365 giorni saremo tutti a sfogliare calendari e agende per vedere quanti desideri sono stati depennati.
Per anni ho fatto liste di obiettivi che dopo un paio di mesi perdevo di vista. 
Riassumendo questo 2017, avevo un lavoro che mi piaceva, in un ambiente amichevole e rilassato, che è diventato nel giro di pochi mesi limitante, pieno di regole assurde, ma soprattutto discriminante. 
Sono stata in vacanza a Cuba alla fine di gennaio, a Minorca a luglio e in Germania a dicembre.
Ho ritrovato vecchie amicizie che si sono rivalutate nel tempo.
Ho imparato ad accettare che le cose finiscono e le persone se ne vanno.
Ho finalmente capito alcune cose di me, credo/spero di essere migliorata, umanamente.
Ogni tanto penso al tempo che passa, alle occasioni perdute, è un po’ mi dispiaccio, però poi il giorno finisce, un altro giorno nasce, e ho in me questa fiducia in nuove possibilità e infiniti mondi da inventare.
Ho ancora desideri, non sono gli stessi degli anni scorsi, alcuni li ho smarcati, altri sono semplicemente cambiati, come i gusti e le abitudini.
I sogni invece sono diminuiti, alcuni si sono indeboliti: per sognare forte ci vuole coraggio e con il tempo il mio si è affievolito come la buona volontà e la pazienza.
Vivo ancora in apnea.
Non ho ancora imparato a respirare.
Questo è uno dei propositi per il nuovo anno


domenica 24 dicembre 2017

E ritorno da te, caro blog dimenticato!

Alla fine l'autunno si è fatto sentire ed è arrivato anche l'inverno.
La tosse è passata, il resto è andato come al solito.
Ho provato nostalgia per il blog.
Ho visto film, letto libri, guardato tanti serial, ho fatto cose, visto gente e goduto del caldo di casa
Ho avuto tempo per pensare, elaborare e accettare alcune cose che mi sono successe e che non avevo metabolizzato.
Il tempo scorre in fretta per alcune cose e troppo lentamente per altre. 
Domani sarà Natale.
Ho appena finito di impacchettare gli ultimi cadeaux
Quest'anno sono pochi, ho ridotto ulteriormente la lista.
Ho voglia di tornare a raccontarmi, a riempire di inchiostro virtuale le pagine di questo diarietto.
Soprattutto vorrei che quest'anno finisse in fretta, ho speranza che il nuovo anno porti una ventata d'aria fresca, novità e buone prospettive per il futuro.

Buon Natale a tutti
**************

domenica 15 ottobre 2017

autunno latente

Credo di averlo ribadito più volte,  negli anni, che detesto le mezze stagioni, da sempre.
Sono per le distinzioni nette: estate (caldo porco, tutti in giro nudi,  e inverno freddo Caino, tutti intabarrati)
E invece.
A ottobre a Savona non sai come vestirti: ci sono 10 gradi al mattino e 10 la sera, in mezzo punte di 25 😯
I turisti vengono ancora a fare il bagno
(ma non ce li eravamo tolti dalle scatole un mese fa?) 🤔
Quindi hai ancora le scarpe aperte ma fai l’aerosol da un mese.
Decidi di fare un trattamento viso con l’acido glicolico e poi devi mettere il fattore protezione 50 anche per andare a dormire.
Il cambio dell’armadio non è contemplato fino a novembre (nemmeno stessimo ai Caraibi)
Allo stato attuale vanto una tosse assassina che nemmeno un’overdose di paracodina riesce ad attenuare, continuo a vestire a strati (canotta, maglioncino, giacchetta di pelle, poncho di lana) e ho uno scazzo fotonico che si manifesta contro la mia volontà.
Insomma, ‘sto autunno approssimativo mi sta rompendo i coglioni assai.

mercoledì 4 ottobre 2017

Considerazioni notturne

“Invecchiando non voglio sembrare più giovane. Voglio sembrare più felice.”
Anna Magnani

sabato 30 settembre 2017

Happy birthday to me

"Che poi crescere e invecchiare non è altro che questo: il lento passaggio dall'essere arrabbiati per essere già a letto all'essere felici di essere già a letto."

martedì 19 settembre 2017

[personale] la delusione del progresso

Ogni tanto torno a leggere il vecchio blog.
Non sono le cose che ho scritto ad emozionarmi ancora, ma i commenti dei visitatori.
Ho ritrovato certe perle, certe persone che avevo dimenticato.
Personaggi karmici, compagni di cammino.
Quanta bellezza, amicizia, solidarietà, vicinanza tra persone di ogni posto d'Italia, senza un volto, a volte senza un nome, solo uno pseudonimo, come il mio.
Non c'erano giudizi ma critiche costruttive, sincerità, altruismo e sempre una buona parola.
Eravamo una piccola comunità.
Uniti, nella buona e nella cattiva sorte.

Facebook ci ha dato un volto, e tolto la spontaneità.
Questo non riesco a perdonarglielo.

giovedì 10 agosto 2017

X agosto 1984. (Federico)

Ogni anno, il dieci agosto, ripenso alla poesia di Pascoli.
Forse perchè al tempo faticai ad impararla,
forse perchè la tristezza del testo mi restò nel cuore...
La pronuncio a bassa voce.
Solo il pezzo che ricordo,
poi ripenso all'estate dei quattordici anni:
la sera di San Lorenzo, 
dopo aver trascorso più di un'ora attaccato ai videogiochi,
Federico uscì dai bagni Nettuno, fece per salire sulla sua vespa bianca,
un px 125 targato Genova,
poi si voltò, 
come se gli fosse venuta in mente una cosa importantissima,
tornò indietro, mi prese la faccia tra le mani,
mi guardò con gli occhi più azzurri che io ricordi,
e posò le sue labbra sulle mie.
Un bacio dolcissimo, di pochi secondi,
indimenticabile.
Mi disse buonanotte,  accese la moto e sparì.

Quella sera un desiderio si avverò
senza che io guardassi le stelle per esprimerlo.


Fu l'ultima volta che c'incontrammo
eppure, ogni dieci agosto,
mi capitato sempre di pensare a lui. 

[Queen's library] Letture sotto l'ombrellone: Conta fino a dieci - Dillo tu a Mammà - Quattro tazze di tempesta

Genere Thriller - autore Paolo Cammilli
Sinossi di Sperling & Kupfer Fortunato, Diletta, Rosa, Nino, Pietro, Salvatore. Sei bambini chiusi in un cerchio, come per proteggersi. Sette anni il più grande, quattro e mezzo la più piccola. A quell'età, il nascondino è una cosa seria. Chi conta è da solo, ma chi si nasconde sfida il buio. A quell'età, la morte non esiste e non la trovi nemmeno se la cerchi, al massimo con la morte ci giochi. A quell'età, il sole splende senza pensare alla notte. Eppure… Nell'isolato numero 4, un palazzo popolare del comprensorio Cielo Rosso, a sud di Catania, scompaiono due bambini, a pochi mesi l'uno dall'altro. Un incubo che si ripete. Già dieci anni prima era sparita una bambina, poi ritrovata in fin di vita lungo i binari della ferrovia che lambisce i palazzi. Un solo elemento, macabro e beffardo, accomuna i tre casi: i piccoli si perdono nel buio mentre stanno giocando a nascondino. Nessuno ha visto niente, nessuno sa niente. O forse troppo. Centinaia di famiglie, impantanate nella miseria, hanno e fanno paura. Le indagini, mollicce e pavide, imboccano vicoli ciechi e marciscono come le ringhiere dei ballatoi. Oscar Baldisserri, un quarantacinquenne senza capo né coda che viene catapultato fra quelle squallide muraglie di cemento, è l'unico a farsi delle domande. Perché tutta quella violenza e rassegnazione senza spiragli sul futuro sono incomprensibili per chi al Cielo Rosso non ci è cresciuto. In un'inarrestabile discesa nel degrado ambientale, sociale, umano della provincia italiana più ambigua, grazie all'aiuto di un bambino taciturno e di Matilde, che accenderà in lui una passione tenera e spietata, Oscar solcherà gli argini della sua coscienza pur di strappare al silenzio la verità. Conta fino a dieci è molto più di un thriller. È il filo sottile che salda silenziosamente la vigliaccheria al riscatto, la vendetta al perdono, le tenebre a un bruciante raggio di sole. Ma soprattutto è la storia potente e splendida di un uomo come tutti noi che, sbattuto nella periferia della vita in cerca di un assassino, finirà per trovare se stesso

La scrittura di Cammilli (questa è la sua terza fatica) è riconoscibile, usa diverse metafore, a volte è ridondante ma simpatico. La trama è intrigante e ti porta a leggerlo tutto d'un fiato. Come con i precedenti, angoscia, commuove, fa riflettere. Ottimo thirller, anche se ho trovato alcune cose che non collimavano alla perfezione (sono una purista del genere, per deformazione professionale) L'ho letto il terzo giorno di vacanza e l'ho riletto l'ultimo, per quanto mi è piaciuto.Consigliato****

Genere narrativa - autore Pierpaolo Mandetta 
Sinossi di Rizzoli:
L'amore è sempre una faccenda di famiglia. Samuele ne è convinto, mentre guarda fuori dal finestrino sul treno che da Milano lo trascina verso sud. Dopo essere fuggito per anni, è finalmente pronto a rivelare ai suoi genitori di essere omosessuale. Con lui c'è Claudia, la sua migliore amica, incallita single taglia 38 e unica donna di cui si fida. Appena arrivano a Trentinara, un grazioso borgo del Cilento, ad accoglierli ci sono i parenti al completo. E la sera, alla festa del paese, il papà ha un annuncio da fare: suo figlio e la fidanzata Claudia si sposeranno a breve. È un vero e proprio shock per Samuele: lui vuole sposare Gilberto, il compagno rimasto a Milano, proprio lo stesso uomo che lo aveva convinto a riavvicinarsi ai suoi. Ma nelle case del Sud è quasi una tradizione che sogni e desideri vengano condivisi in "famiglia": non solo con mamma e papà, ma anche con quella vecchia zia che si incontra una volta all'anno e persino con la vicina di casa. E così Samuele, per poter essere padrone della propria vita, dovrà fare i conti con un passato che vuole lasciarsi alle spalle; stavolta, però, non è disposto a scendere a compromessi. E adesso chi glielo dice a mammà? 

Ho conosciuto questo scrittore su Facebook. Mi piace molto quello che scrive e il modo in cui traduce i sentimenti su carta. Simpaticissimo, ironico, affabile. Il suo romanzo è mille cose insieme: divertente, commovente, fa sbellicare dalle risate e mette in rilievo tanti argomenti attuali.
Consigliato*****


Genere narrativa - autrice Federica Brunini
Sinossi di Feltrinelli:
Viola vive in un paesino del Sud della Francia, in una grande casa che divide con la sua cagnolina Chai. Ha un negozio di tè provenienti da tutto il mondo. La sua passione è trovare la miscela giusta per le emozioni di ogni cliente e inventare ricette gourmandes a base di tè. C’è un infuso per ogni stato d’animo, e lei li conosce tutti: strappa-sorrisi, leva-paura, antimalinconia, sveglia-passione, porta-gioia, tè abbraccio...
Per il suo compleanno, Viola raduna sempre a La Calmette le sue tre amiche storiche per un rendez-vous a base di chiacchiere, relax, bagni di sole e profumo di lavanda.
Quest’anno, però, è diverso. Nonostante la gioia di rivedere le amiche, Viola è tormentata dal dolore per la morte del marito. Mavi, l’unica mamma del gruppo, è perennemente stressata. Chantal, insegnante di yoga in cerca del suo posto nel mondo, è insicura del compagno, molto più giovane di lei. E Alberta, un architetto in carriera, è distante, troppo presa dal lavoro e da un nuovo, misterioso amore.
Nessuna delle quattro donne sembra essere la stessa che le altre conoscono, o credono di conoscere. Ognuna cova dentro di sé un’inaspettata inquietudine, che monta di ora in ora come una tempesta fino a scoppiare all’improvviso davanti alla torta di compleanno di Viola e alla sua ignara assistente Azalée.
Tra illusioni e delusioni, rimpianti e rivincite, lacrime e risate, le quattro donne si confronteranno con i loro sogni di ragazzine e le realizzazioni più o meno mancate dell’età adulta. E attraverseranno la tempesta per uscirne trasformate e più forti.

Un tè sveglia la passione. Un tè toglie la paura. Un tè abbraccia.Un tè porta la gioia quando la vita è in tempesta.
Nel suo tè-atelier nel Sud della Francia Viola somministra sorsi di conforto e centilitri di speranza.
Perché non c’è problema che una tazza di tè non possa ridimensionare.


L'ho letto l'ultimo giorno di vacanza. una bella storia di amicizia tra donne, che mi ha ricordato le mie.
 Mi è piaciuto tanto. Nelle ultime pagine ci sono le ricette per i tè Consigliato****


 

martedì 1 agosto 2017

[previously] Recap di mezza estate


Sono rientrata sabato da una settimana di vacanza (come si evince dalle settordicimila foto sul mio profilo instagram)
Come lo scorso anno, l'ultima settimana di luglio. Per chiudere il mese in bellezza
Siamo andati a Minorca
Ci sono tornata dopo 23 anni.
Ci ho vissuto e lavorato l'estate del 1994 e da allora mi era rimasta nel cuore.
Lo scorso anno andai a Ibiza e Formentera con le amiche e a Maiorca col Principe, e quest'anno sono voluta tornare per vedere se la riconoscevo.
Resta decisamente la più bella delle Baleari, per vegetazione, paesaggio e colori.
Grazie al fatto che è  Riserva di Biosfera, riconosciuta dall'Unesco, è ancora intatta, selvaggia, fedele alla versione che ricordavo.
Abbiamo goduto di una vacanza rilassata, in un bel resort di Cala Blanca, in una delle zone più belle e tranquille, vicino alle calette più suggestive, ad una decina di km dalla città di Ciutadella.
Abbiamo affittato una 500 e girato tutta l'isola in lungo e in largo e fatto una bella escursione in barca (come quelle che accompagnavo io quando facevo l'assistente turistica)
Ho letto tre libri, fantastici, ognuno a modo suo, ve ne parlerò prossimamente.
Per la prima volta ho viaggiato con il bagaglio a mano per un'intera settimana e stranamente sono sopravvissuta.
Al rientro uno scialo totale: il tempo di arrivare all'uscita e via, coi nostri trolley (il mio nuovo di zecca), senza voltarsi indietro.


Come previsto dalla metà di maggio non sono rientrata al lavoro.
Darth Vader, ignobile e codardo come pochi, una settimana prima che partissi per le ferie, mi ha fatto chiamare dalla responsabile per sapere se ero ancora disponibile (sicuramente sperava che avessi trovato altro, gli ha detto male!) e le ha detto di comunicarmi che mi avrebbe incontrato per definire il mio prossimo rientro.
Sto ancora aspettando una sua telefonata!
Ho la divisa e le chiavi del negozio ma mi ha tolto dal gruppo di Whattsapp (grazie al cielo)


Non ho perso un etto pur seguendo una dieta da mesi.

E voi, che fate, siete già stati in ferie, andate in vacanza?

venerdì 16 giugno 2017

[personale] Mourning

Prima di emigrare su questa piattaforma avevo un altro blog.
È stato la mia valvola di sfogo, il mio diario, il mio amico più caro ed il mio terapista per 6 anni, poi ho dovuto cambiare aria perché sul lavoro una collega strega mi stalkerava e raccontava ai superiori i miei affari personali.
Ogni tanto tornavo sulla piattaforma e rileggevo i miei pensieri per capire come sono cambiata e quali avvenimenti della vita mi hanno fatto crescere, maturare, elaborare le cose che ho vissuto.

Li ho documentato giorno per giorno la malattia di mia madre fino alla sua dipartita.

Da tempo la piattaforma non funzionava a dovere.
Più volte ho tentato di rientrare per scrivere un post e non ci sono riuscita.
Adesso sembra definitivamente implosa.
E con lei tutti i miei ricordi.

Sto cercando di elaborare il lutto di questa perdita. 


ps il sito è stato magicamente ripristinato - ho ritrovato tutto!!!!

mercoledì 14 giugno 2017

[personale] Degli uffici pubblici e altre diavolerie

Normalmente tra avere ragione ed essere gentile scelgo sempre la seconda (che io abbia quasi sempre ragione è un'altra storia)
Oggi no.
Oggi, cazzo, ho scelto di avere ragione.
Sono stanca di farmi andare bene sempre tutto, di non alzare mai la voce, di essere quella che accetta senza fare domande, perché è così e basta. (non funzionava da piccola, figuriamoci ora che sto invecchiando)
La burocrazia italiana fa schifo, è un fatto.
A Savona fa più schifo, se possibile.
Tre giri in tre uffici pubblici, per lo stesso motivo, senza ottenere una soluzione, solo gente che gioca allo scaricabarile, che incolpa il collega con cui hai parlato la volta prima. 

Nessun incontro costruttivo, il niente imbottito di nulla. 
Cerco una soluzione ad un intoppo e trovo solo scuse e rimpalli
Praticamente ti prendono per sfinimento: quando sei stanco di lottare, perchè alla fine ti stanchi, ti rassegni e prendi quel che passa il convento.
Si fa presto a dire che non cambia niente, se nessuno muove il culo per cambiare le cose.
All'ennesimo "ha ragione" ho sclerato, sono partita da casa che avevo ragione, e l'avevo anche la settimana scorsa e quella precedente, non sono andata a rifare un giro di uffici per farlo confermare da quattro guitti incompetenti, che non sanno nemmeno da che parte sono girati e nessuno capisce perché ricoprano quel ruolo visto che sembrano catapultati da un altro pianeta e non hanno la minima cognizione di cosa stanno facendo. Siamo circondati da idioti, che non sanno svolgere il proprio lavoro ma che percepiscono ogni mese lauti stipendi. Paradossale, oltre che grottesco.
Oggi ho alzato la voce e magicamente si è mosso qualcosa.
Ma non avrei dovuto essere io a sottolineare la situazione. e non avrei nemmeno dovuto inalberarmi.
In un mondo tecnologico, dove tutti si aspettano che usi il computer anche per cose più semplici, dovrebbero esserci funzioni che evidenziano la mancanza di documenti per chiudere o fare avanzare una pratica.
Pratiche inevase a causa di mail non aperte, o allegati ignorati.
Dire che sono incazzata come un coguaro è un eufemismo e se penso che ogni giorno, migliaia di persone subiscono soprusi di questo genere mi viene un travaso di bile. 

Ognuno combatte le proprie battaglie, piccole o grandi che siano, inutili, senza senso, anche solo di principio.

Oggi ho iniziato a combattere la prima di una lunga serie.
 
         
Namaste

giovedì 1 giugno 2017

[serial] Nella rete di Netflix e altre storie

Durante l'inverno, oltre ai soliti serial che seguo di default (ormai hanno raggiunto un numero imbarazzante)  ho iniziato a guardare alcune nuove proposte:

Se non vivete in una grotta sapete tutti di cosa tratta. In caso contrario vi rimando a Wikipedia, che lo spiega in modo egregio. Ogni puntata una valle di lacrime. Emozionante******

Una coppia sposata da vent'anni entra in crisi. La storia narra  il modo strampalato in cui la coppia scoppiata cerca di gestirla...
L'umanizzazione dell'icona Carrie Bradshaw, trasfigurata nella semplice Frances Dufresne, una di noi. 
Divertente***

 Questo è un trip pazzesco. Qui la trama. Consigliato********


Recentemente abbiamo acquistato un televisore per la camera da letto. Pensavo a qualcosa di sobrio ma il Principe ha avuto la sindrome di Stendhal da Euronics, risultato: una smart TV da tipo 50 pollici, uno schermo da cinema e mille mila opzioni. Ovviamente abbiamo provato Netflix e si è aperto un mondo


Tra i diversi titoli (di cui alcuni già menzionati in questo post) ho visto anche il serial tratto dalla saga di Scream e non mi è dispiaciuto.



Ho iniziato il tanto decantato Breaking bad che non ha deluso le aspettative (altissime) e lo sto centellinando guardando un episodio ogni sera.


Amante del multiverso Marvel non potevo farmi mancare l'ultima novità: Iron fist.
Il primo episodio mi ha agganciato poi altre novità mi hanno distratto e l'ho perso di vista.


Ma la vera rivelazione di questa stagione è stato Riverdale.
Riverdale è una tranquilla cittadina di provincia che viene sconvolta dalla misteriosa sparizione di un sedicenne, Jason Blossom, durante una gita in barca. Alla fine dell'estate il corpo del ragazzo emerge sul greto del fiume, con una ferita di arma da fuoco. Archie Andrews, il protagonista, il giorno della sparizione di Jason era al fiume e ha sentito uno sparo, ma non può confessarlo perché era in compagnia della sua insegnante di musica, con cui ha una relazione extrascolastica. L'amena cittadina nasconde più di un segreto e sono tanti coloro che, in un modo o nell'altro, erano collegati a Jason. Iniziano le indagini che porteranno a  dubitare di tutti...
Tratto da un fumetto pubblicato dagli anni 40 (uscito al tempo di Wonder Woman e Captain America)  adattato in chiave moderna, decisamente dark, è un mix tra Dawson's creek, Pretty little liars e Twin peaks. Protagonisti giovanissimi, accostati a vecchie glorie quali Luke Perry (chi ha avuto vent'anni negli anni '90 non può dimenticare Dylan McKay di Beverly Hills 90120) Skeet Ulrich (il primo Ghostface della saga Scream), Madchen Amick (Shelly Johnson di Twin Peaks), e Molly Ringwald (la dolcissima Andie Walsh di Pretty in pink e già membro femminile onorario del Brat Pack)  Ha un bel ritmo, una bella sceneggiatura, il cast azzeccato. Solo tredici episodi, la seconda stagione è in lavorazione e, a giudicare dal cliffhanger della season finale, ci darà molte soddisfazioni. Consigliatissimo*******

mercoledì 31 maggio 2017

[serial] Twin Peaks (It's happening again)






Twin Peaks, la madre di tutte le serie, è uno dei miei cult personali dal 9 gennaio 1991.
Ho sempre avuto un debole per i thriller e appena vidi la pubblicità mi colpì subito.
Era diverso: aveva qualcosa di mistico, magico, soprannaturale, comico e delirante.
Terrorizzava e faceva ridere in modo isterico allo stesso tempo.
Rimasi ipnotizzata dalla sigla (comprai la cassetta e la custodisco ancora come una reliquia pur avendola ascoltata allo sfinimento) e fulminata dal protagonista, chiamai in suo onore il mio unico gatto (rosso a pelo lungo con un delizioso pancino bianco) Agente speciale Dale Cooper. 
Il serial ebbe subito successo e poco dopo fu pubblicato il libro di Jennifer Lynch, figlia del regista, dal titolo "il diario di Laura Palmer", dove tutti credevano di trovare qualche spoiler invece ciccia. 
Ero al quinto anno di scuola superiore, avevo una mini smemoranda rossa che usavo per scrivere le storie che in seguito sarebbero diventate i miei racconti, per quel motivo un compagno di classe, tal Federico G (che ora è un brillante avvocato del Foro di Genova)  iniziò a chiamarmi simpaticamente Laura Palmer.
L'ultimo episodio della seconda stagione fu trasmesso la sera della cena di classe.  
Non possedevo un video registratore ed ero disperata.
Fortunatamente la brigata del ristorante dove avevamo prenotato era composta da quattro fans del serial dotati di  un piccolo televisore ed io trascorsi mezza serata in  cucina per vedere la tanto agognata season finale

 Uscii dalla cucina in lacrime, col cuore spezzato

Non l'ho più guardato per 25 anni, fino a maggio dello scorso anno.
In meno di una settimana mi sono sparata una maratona pazzesca.

Per mesi, a causa del povero cameraman Frank Silva, che dio l'abbia in gloria, non chiusi occhio!

Dopo 26 anni  David Lynch mi ha fatto un regalo: la terza stagione.
Ho visto i primi due episodi a poca distanza dalla messa in onda (in lingua originale) e non ci ho capito una beata mazza. Mi ha rincuorato il fatto che non era facilmente comprensibile nemmeno 26 anni fa, pertanto non mi sono persa d'animo.
Ho rivisto gli episodi doppiati. Niente da fare, il problema non era la barriera linguistica.
Con il terzo ed il quarto episodio si inizia ad intravedere un filo di  luce.

Nel dubbio ho chiesto al Principe consorte di guardarlo con me, così me lo spiega.
Voi lo avete visto?
 

venerdì 26 maggio 2017

[lavoro] Darth Vader ha colpito più forte (ma la Resistenza non molla)

Il ballottaggio di cui ho discettato qui si è concluso con l'eliminazione della collega più giovane
Darth Vader ha scelto il male minore: l'ha lasciata a casa l'ultimo giorno di prova (infame)
L'altra collega ha tirato un sospiro di sollievo ma sa di avere il tempo contato, alla scadenza del suo contratto verrà prontamente sostituita con una stagista. 


La sottoscritta invece ha sostituito la ragazzina per coprire le fasce orarie scoperte ed ora sta fruendo di un periodo di vacanza obbligata perché il titolare, sprovveduto o astuto calcolatore, non ci è ancora chiaro, non ha monetizzato sufficientemente la copertura ore.
Non ho parole per esprimere la pena e la mancanza di stima che nutro nei confronti di quell'uomo.
Aspettando di rientrare in turno (spero prima di un mese, per non rimuovere le nozioni che ho imparato in un anno e mezzo di lavoro) ho iniziato seriamente ad andare al mare, ho già fatto il primo bagno, preso la prima scottatura (un must di ogni estate) ripreso i ritmi leggeri che porta con sé la bella stagione.
Conserva la tua dignità, se un cane ti morde non mordere il cane.
Alejandro Jodorowsky


































































































































[cinema] King Arthur e il potere della spada

Diretto da Guy Ritchie.Protagonista Charlie Hunnam (che è bastato per convincermi)
Con Jude Law, Djimon Hounsou, Eric Bana, Kathie McGrath, Poppy Delenvigne, Annabelle Wallis, Dito corto e Roose Bolton di Games of Thrones.
Una storia semplice ma appassionante, con tutti i riferimenti del caso, raccontata nel tipico stile del regista,
a metà tra il fumetto e il video clip.
L'unica pecca è averlo visto in 3 D


Troppo frenetico, mi è venuto mal di testa.
Mi è piaciuto***

martedì 23 maggio 2017

[Queen's library] Non volevo morire vergine - Volevo essere una gatta morta - Breve storia di due amiche per sempre - Volevo solo andare a letto presto - Nessuno come noi - Se prima eravamo in due

La vita di Barbara è cambiata all'improvviso a poco più di quindici anni, quando per un tuffo in acqua troppo bassa è rimasta tetraplegica. Quindici anni è l'età delle prime cotte, delle prime schermaglie, dei batticuori. E del sesso. Di tutte le perdite che l'incidente ha portato con sé, la più insopportabile è proprio il pensiero di restare vergine per sempre. Vergine non solo nel corpo, ma di esperienze, di vita, di sbagli, di successi, di fallimenti, di viaggi, di sole. Armata di coraggio, ironia e molta curiosità, Barbara affronterà tutte le rivoluzioni imposte dalla nuova condizione, fino a ritrovare se stessa in un corpo nuovo. In una girandola di situazioni tragicomiche e di ragazzi e uomini impacciati, generosi, a volte teneri, a volte crudeli, Barbara compie la sua iniziazione al sesso e all'amore. Con gli stessi slanci, le delusioni, gli entusiasmi che tutte le donne, anche quelle con le gambe, conoscono molto bene.

Questo libro è un inno alla vita.  Ironico, commovente, vero nel senso più ampio del termine.
L'ho fulminato in un giorno.
Consigliato*****



C'è chi nasce podalica e chi nasce gatta morta. Chiara è nata podalica. Forse non aveva fretta di venire al mondo perché aveva già intuito che la sua vita non sarebbe stata una passeggiata. Che sarebbe rimasta sempre in piedi al gioco della sedia, o con la scopa in mano al gioco della scopa. E se la sarebbe dovuta vedere con chi invece è nata gatta morta. La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non è divertente, è seducente. Non esprime opinioni, ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il ragazzo con gli amici, non si concede al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio. Chiara l'ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi.

Divertente***


Un tradimento, come ce ne sono tanti. Ma quando irrompe nel suo matrimonio, Tessa reagisce in modo inaspettato. Senza scenate e senza urla, si trova a riprendere un viaggio in un passato che credeva di essersi lasciata alle spalle. Mentre tenta di fare chiarezza ricompare Clara, la sua amica del cuore, con cui ha fumato le prime sigarette, ha ascoltato fino a consumarle le cassette dei Guns 'n' Roses e trascorso ore al telefono... Quella amica speciale che un giorno è uscita dalla sua vita senza un perché. Lenito il dolore di quella ferita, Tessa aveva smesso di cercarla, ma a volte il destino segue dei percorsi tutti suoi e così, vent'anni dopo, le due amiche si ritrovano. Forse per caso. O forse no. Ora Tessa è mamma, ha un lavoro da editor ed è una donna riservata. Clara è una donna in carriera, sposata ma senza figli. Tante cose sono cambiate, ma i fili di quell'amicizia si intrecciano di nuovo e quando Tessa e Clara tornano nella casa in Abruzzo, dove hanno trascorso tante estati della loro giovinezza, trovano ad accoglierle un melograno in fiore. Lo stesso che a sedici anni avevano piantato per gioco. Lo avevano giurato: "Saremo amiche per sempre, finché morte non ci separi". Ma è possibile rimanere amiche per sempre? Perdersi per anni e poi ritrovarsi? La risposta è nascosta all'ombra di quel melograno diventato grande. Qui, finalmente, proveranno a sciogliere i nodi delle loro esistenze.

 Ci ho messo un po' per entrare dentro questo romanzo. Alla fine ci sono riuscita e mi è piaciuto.***

Ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e sfegatata di telenovelas brasiliane: del resto che cosa aspettarsi dopo un'infanzia trascorsa in un borgo hippy, senza tv, con una mamma fissata con la cristalloterapia, un padre non ben identificato e tanti amici che danzano in giro, spesso senza vestiti?
E' comprensibile che a trentacinque anni Agata Trambusti voglia avere il pieno controllo di ogni aspetto della sua vita e detesti qualsiasi fuoriprogramma. Inclusa la pioggia, e quella mattina si è messo a piovere sul serio, mentre in tailleur e chignon Agata varca il cancello di una villa sull'Appia per valutare alcuni quadri che il proprietario vuole mettere all'asta. Ma la pioggia non è niente rispetto a quello che la aspetta: in meno di un minuto la sua tranquilla esistenza si trasforma in un rocambolesco film d'azione, a partire dall'uomo misterioso - terribilmente somigliante a Christian Bale! - che Agata mette ko con due abili mosse di krav maga prima di darsela a gambe. Ma che cosa sta cercando quell'uomo? E perché le sta improvvisamente alle calcagna?
Tra una fuga nei vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di uno strozzino di quartiere e un losco traffico di falsi d'autore, Agata dovrà per una volta dar ragione al suo psicologo e lasciarsi risucchiare dal vortice impazzito degli eventi. E delle emozioni. Perché sarà proprio questa la partita più dura.


Divertente***

Torino, 1987. Vincenzo, per gli amici Vince, aspirante paninaro e aspirante diciassettenne, è innamorato di Caterina, detta Cate, la sua compagna di banco di terza liceo, che invece si innamora di tutti tranne che di lui. Senza rendersene conto, lei lo fa soffrire chiedendogli di continuo consigli amorosi sotto gli occhi perplessi di Spagna, la dark della scuola, capelli neri e lingua pungente. In classe Vince, Cate e Spagna vengono chiamati “Tre cuori in affitto”, come il terzetto inseparabile della loro sit-com preferita. L’equilibrio di questo allegro trio viene stravolto, in pieno anno scolastico, dall’arrivo di Romeo Fioravanti, bello, viziato e un po’ arrogante, che è stato già bocciato un anno e rischia di perderne un altro. Romeo sta per compiere diciotto anni, incarna il cliché degli anni Ottanta e crede di sapere tutto solo perché è di buona famiglia. Ma Vince e Cate, senza volerlo, metteranno in discussione le sue certezze.

Un bel tuffo nel passato. Luca Bianchini non mi delude mai. ****
ps l'immagine nella copertina è Spotorno (esattamente dove vado al mare) 



È proprio vero che quando ti nasce un figlio non sai mai chi ti metti in casa. Poco piú di un anno fa è arrivata Penelope Nina. Se prima eravamo in due è il racconto di come è andato l'inizio della nostra conoscenza e di come, piano piano, mi sono innamorato di lei. Questo nonostante occupi la stanza migliore, urli di notte, se la faccia addosso di continuo e non paghi l'affitto. Tutte cose che non perdonerei nemmeno a Scarlett Johansson, il che la dice lunga. La realtà è che ormai sono suo schiavo. Aggiungete che ho una moglie vegana, salutista e vagamente dittatoriale, e la tragedia familiare è servita. 
Ultima fatica di Fausto Brizzi, di cui avevo già letto i primi tre romanzi. Letto al mare ieri. Divertente, toccante, molto carino***

domenica 7 maggio 2017

[lavoro] Questione di feeling (mancato)


Il negozio presso il quale lavoro ha cambiato gestione.
Così, d'emblée.
Il vecchio titolare (una perla d'uomo) per motivi logistici ha dovuto cedere l'attività.
Prima però ha cercato un sostituto che lavorasse nell'ambito, nello specifico un imprenditore che avesse già un negozio della stessa catena. Fiducioso nel successo dell'operazione, ci  ha informato del cambiamento rassicurandoci che la nuova gestione avrebbe tenuto il personale alle stesse condizioni, in accordo con l'azienda madre e che passaggio sarebbe stato veloce ed indolore.  
E sbagliava clamorosamente!

Appena insediato il nuovo titolare ha fatto saltare gli accordi: in primis l'orario che è stato ridotto a tutte,
poi il modus operandi, già variato con l'avvento della nuova capo area, complicato ulteriormente da una serie di operazioni lunghe e inutili da aggiungere a quelle già previste, inoltre siamo guardate a vista, pesate, tarate, e dal brillante team che eravamo siamo diventate quattro anime opache e stressate.
La prima è stata proprio la sottoscritta, più vecchia anagraficamente, costosa per mansione e livello, retrocessa da titolare a panchinara, da un giorno all'altro. Il mio part-time è stato centellinato per poter usufruire delle mie magiche prestazioni solo nei periodi topici e nella sostituzione del riposi.
L'altra decana, formalmente responsabile del negozio, è stata promossa di ruolo ma non per contribuzione
(il lavoro si è quadruplicato, aggiungendo la reperibilità h24, allo stesso prezzo di quando era semplicemente commessa) mentre le due giovani, subito assicurate con regolare contratto (al minimo sindacale, ca va sans dire) adesso sono minacciate quotidianamente in modo velato ma deciso, da un ballottaggio al quale, al termine della prova contrattuale, resterà solo una.  
Insomma un bell'ambientino rilassato.


Il vecchio titolare negli ultimi sei mesi ci aveva lasciato il negozio in mano, lo abbiamo mandato avanti senza mai disturbarlo a meno che non fosse questione di vita o morte (e non è mai successo); si fidava ciecamente (non è mai mancato un centesimo o uno spillo) abbiamo ottenuto risultati notevoli creando un bel team affiatato, un bel giro di clienti e anche quando la giornata non si concludeva con un buon incasso ci spronava a tenere duro e a provare a fare meglio il giorno dopo. 

Da quando è subentrato Darth Vader il declino.

Il nuovo titolare, che per comodità chiameremo Darth Vader

Darth Vader chiama mille volte al giorno, per sapere l'incasso e la conversione (quante entrate si trasformano in acquisti) Non pago ha creato un gruppo su whattsapp dove ogni sera, al termine della giornata lavorativa, colei che chiude deve inviare un report completo, corredato di immagini singole e panoramiche, foto dei conti, versamenti e spiccioli accantonati. Un lavoro nel lavoro.
E ogni dannata sera, se l'incasso non corrisponde ai suoi parametri (calcolati ad minkiam su statistiche inverosimili basate sui punti vendita di altre regioni più produttive) ci cazzia come se non ci fosse un domani.
Le colleghe hanno paura di rispondere al telefono, quando arriva una sua mail serpeggia il terrore.
NON STO SCHERZANDO.

 Questa immagine riassume perfettamente la mia opinione su Darth Vader

Per quanto mi riguarda all'inizio l'ho presa male. Mi sono sentita umiliata, svalutata, come se la mia esperienza e il mio lavoro dall'apertura del negozio fosse stato cancellato. Poi ho realizzato che sono stata retrocessa in favore di colleghe più giovani, solo per una questione di denaro. Non per questioni personali (di fatto l'ho incontrato solo una volta e ci siamo parlati un'altra al telefono) non c'entrano la capacità, i risultati. Solo il vile denaro.  


Allora ho ragionato, metabolizzato e fatto di necessità virtù. Adesso la capo negozio elabora gli orari in base alla mia disponibilità. Uno dei vantaggi è che sono davvero libera di dire di no, mentre lo scorso anno ho lavorato sia a Pasquetta che il 25 aprile, stavolta ho trascorso le feste a casa.


Come recita un vecchio adagio: spesso non ottenere ciò che desideri può rivelarsi un vero colpo di fortuna....